Benvenuti nello spazio albanese della Laguna!
Siamo tra due rive, non soltanto perche’ siamo nella laguna ma anche perche’ ci troviamo tra due paesi, l’Italia e l’Albania, sospesi in mezzo a questo mondo di gente che assorbisce la modernita’. E’ appunto quello che ci unisce.
Ecco perche’, nonostante si tratti della Biennale dell’architettura, quel che domina il pensiero é l’esistenza delle donne e degli uomini cha abitano lo spazio come un momento individuale o come un’eternita’ umana.
Il linguaggio comune é quello dello spazio in cui viviamo.
L’Albania parla lo stesso linguaggio, come tutti gli altri paesi, qui à Venezia, per trasmettere
la dinamica e le sue tensioni dove coesistono l’energia dei giovani e la profondita’ di una storia non tanto facile, ma con una voglia inesauribile di rinascita e di creativita’. E questa dinamica che transfoma ogni giorno del nostro paese in un momento vitale con un desiderio europeo, anche quando, inavvertitamente sbaglia.
Oggi l’Albania parla tramite l’arte et le potenzialita’ di due artisti: Edi Hila e Adrian Paci.
Non dubito che gli artisti sono i migliori ambasciatori di un paese. Per fortuna, ma non per caso, l’Albania ne ha non pochi. Ieri Anri Sala, oggi Hila e Paci, ma anche Jonida Turani di Beyond Entropy, ne costituiscono la prova vivente. Come lo é Edi Rama, artista di cuore e primo ministro di missione .
Vi invito a visitare il padiglione albanese, come un momento di riflessione sullo spazio comune di vite diverse, ma anche come un contatto diretto con un paese particolare di grandi desideri. Oserei dire che nulla e’ impossibile per gli Albanesi.
Grazie Edi Hila, grazie Adrian Paci,
the last but not the least: Grazie Beyond Entropy, Jonida Turani e Stefano Pansera, per aver percepito e tradotto la nostra energia in un punto di reale contatto oggi!
(foto Blerta Kambo)
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